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Ci siamo mai chieste cosa fa effettivamente il nostro cucciolo mentre passa i nove mesi nella nostra pancia? Certo, tutti sanno che si muove, si gira, riconosce la voce di mamma e di papà e soprattutto…scalcia, eccome se scalcia!
Ma poi?
Tutto qui?

Certamente no
Allora vediamo nelle canoniche 40 settimane cosa succede dentro la pancia della mamma!

– il nostro bambino cresce nutrendosi dal cordone ombelicale e anche dal liquido amniotico.

si muove, l’abbiamo già detto, ma quanto e da quando? Dalla dodicesima settimana circa il bambino salta, ed esplora lo spazio a sua disposizione nelle tre dimensioni. I movimenti sono il segno principale del benessere fetale, che inizierai a percepire intorno alla ventesima settimana. Inoltre, il tuo piccolo tocca tutto ciò che è a portata di mano fin dalle prime settimane di gestazione. Mette le dita in bocca e può talora aggrapparsi al cordone, senza che questo configuri per lui un pericolo.

Dorme e sogna: i movimenti sono intervallati da periodi di sonno, che durano fino a 40-60 minuti. Non c’è una correlazione con l’ora della giornata, sonno e attività si susseguono anche durante la notte (e di notte, le attività si sentono per bene!). Il bambino può svegliarsi per uno stimolo tattile o sonoro, oppure a seguito dell’arrivo di zucchero in grandi quantità. E in più non tutti sanno che può già sognare.

Ascolta: il tuo cucciolo può avvertire i rumori provenienti dall’interno del corpo della mamma. I rumori dall’esterno comincerà a sentirli a partire dalla 24° settimana.

Beve: Dalla ventesima settimana deglutisce il liquido amniotico, che aiuta lo sviluppo del tubo digerente e dei polmoni. Così facendo, inizia anche a assaggiare quello che la mamma ingerisce, e sviluppa i suoi gusti!

Respira: alla fine del terzo trimestre non sono rari i movimenti respiratori, una sorta di allenamento per la nascita. L’inspirazione avviene dal naso e dalla bocca, e porta liquido amniotico nei polmoni, aiutando a svilupparli.

Fa pipì: ebbene sì, circa dalla quindicesima settimana.

Sorride, sbadiglia, ha il singhiozzo, fa le smorfie, a volte è corrucciato. E già solo a immaginare tutto questo ti sciogli.

Spinge e punta i piedini: al momento del parto aiuta così la sua mamma, in maniera del tutto naturale.

Accanto a queste azioni che potremmo definire “pratiche” e spontanee, sappiamo ormai bene grazie a studi scientifici relativamente recenti, che già nella nostra pancia il bimbo è un essere sensibile e intelligente, ha capacità di memorizzazione e di apprendimento ma, soprattutto, che le esperienze vissute nel grembo materno modellano, dopo la nascita, i comportamenti suoi nei confronti di sé stesso, della relazione con la madre e con il padre, oltre che del suo atteggiamento verso la vita in generale. Il bambino è un essere umano a tutti gli effetti, in grado di provare sentimenti ed emozioni, udire, gustare, reagire coerentemente agli stimoli ed interagire con i genitori. Il bambino in utero è predisposto alla relazione, in particolare con i genitori.

Durante la gestazione è già possibile, ed è auspicabile, parlargli, col pensiero o a voce, coccolarlo, giocare con lui, cantare per lui, scegliere per lui la musica più adatta e ascoltarla insieme, leggergli fiabe, storielle, filastrocche, raccontargli le esperienze esterne, farlo sentire amato, voluto e atteso, proteggerlo dalle inevitabili sensazioni ed emozioni negative.